Importanza della Serenoa repens e meccanismo d’azione
La Serenoa repens (W.Batram) Small, chiamata in inglese Saw Palmetto, è una palma nana della famiglia delle Arecaceae che cresce principalmente nel Sud-Est degli Stati Uniti lungo il litorale dell’Oceano Atlantico e nelle zone sud tropicali. Ai frutti, di colore da marrone scuro a nero e ricchi di principi attivi quali acidi grassi liberi e steroli (in particolare beta-sitosterolo), si riconoscono indiscusse proprietà salutistiche a beneficio di prostata e capelli. (OMS: Monografie di piante medicinali, volume II. Società Italiana di Fitoterapia, Fructus Serenoae Repentis, 285-299).
L’estratto lipido sterolico di Serenoa repens, grazie alla sua composizione in acidi grassi tra cui l’acido laurico e miristico e il contenuto in fitosteroli tra cui il beta-sitosterolo, possiede un’importante azione antiandrogena selettiva che si esplica principalmente attraverso l’inibizione del tipo I e II della 5-alfa reduttasi (5AR), enzima chiave nel processo di trasformazione del testosterone in diidrotestosterone. Uno studio a inoltre rivelato che l’acido laurico e l’acido miristico sono in grado di interagire direttamente con il testosterone formando degli esteri di questo ormone che così non è più convertibile in DHT. Ulteriori studi hanno evidenziato che l’estratto di Serenoa repens possiede una proprietà antiestrogenica e un’azione inibitoria della prolattina e di fattori di crescita responsabili della proliferazione cellulare e dell’infiammazione.
L’ipertrofia prostatica benigna
L’ipertrofia o iperplasia prostatica benigna (BPH o IPB) è una patologia a carico della ghiandola prostatica. Consiste in un suo aumento di volume dovuto all’incremento del numero di cellule nella parte centrale della prostata attorno all’uretra, con conseguente compressione sui tessuti circostanti e, nei casi più gravi, distorsione dell’uretra prostatica e ostruzione della fuoriuscita dell’urina. Questa patologia rappresenta la condizione medica più diffusa negli uomini anziani, essendo legata all’invecchiamento, e si stima che almeno il 40% degli uomini con un’età maggiore o uguale a 70 anni soffra della sintomatologia ad essa associata. Nonostante sia una patologia collegata all’invecchiamento, la IPB puó colpire anche uomini più giovani e in generale si presenta con i seguenti sintomi:
- ostruttivi (difficoltà ad iniziare la minzione – disuria – intermittenza di emissione del flusso, incompleto svuotamento della vescica, flusso urinario debole e sforzo nella minzione)
- irritativi (pollachiuria e nicturia, rispettivamente frequenza nell’urinare e aumento del bisogno di urinare durante la notte)
- urgenza (poiché la necessità di svuotare la vescica non può essere rimandata)
- bruciore nella minzione
- tensione perineale
- prostatiti e pielonefriti causate da un accumulo di batteri
Il diidrotestosterone (DHT), un metabolita del testosterone, è un mediatore critico dell’aumento di volume della prostata. La terapia con gli inibitori della 5-alfa reduttasi riduce notevolmente il contenuto di DHT nella prostata e, conseguentemente, il volume della prostata ed i sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna. Inoltre, sussiste una notevole evidenza sul fatto che anche gli estrogeni giochino un ruolo nell’eziologia della BPH.
Il frutto di Serenoa repens contribuisce alla normale funzionalità della prostata.
L’alopecia androgenetica
L’alopecia androgenetica, conosciuta comunemente come calvizie è una condizione che affligge entrambi i sessi e che porta ad una miniaturizzazione dei bulbi dei capelli con conseguente caduta per effetto della conversione, mediata dall’enzima 5-alfa reduttasi, del testosterone e del suo metabolita più attivo il diidrotestosterone (DHT). Sia il testosterone e sia il DHT possono legarsi al recettore per gli androgeni ed iniziare la traslocazione del nucleo con conseguente attivazione dei geni responsabili della miniaturizzazione del follicolo capillare.
L’incidenza è superiore negli uomini geneticamente predisposti e sono colpiti solo bulbi localizzati nella regione frontale e nel vertice. Infatti, la maggior parte delle persone colpite da alopecia androgenetica quasi sempre mantiene capelli sani nella zona della corona che corrisponde alle aree occipitali e temporali del capo. Hamilton e di Norwood. Occorre precisare che questo processo non avviene uniformemente ed è descritto nelle “fasi” della Scala Hamilton e di Norwood. Generalmente, infatti, nell’uomo si assiste dapprima alla stempiatura, ossia nella parte frontale del capo i capelli diventano più fini e diradati e successivamente lo stesso fenomeno si ripresenta nel vertice. Infine, la calvizie interessa tutta la parte superiore del capo. Nella donna l’alopecia androgenetica si manifesta diversamente, in quanto di solito si assiste ad diradamento più omogeneo senza recessione dell’attaccatura. È stato dimostrato che la principale causa dell’alopecia androgenetica è la sovrabbondante presenza, a livello del follicolo capillare, di un’eccessiva concentrazione della 5-alfa reduttasi e di diidrotestosterone (DHT), principale ormone androgeno responsabile della progressione dell’alopecia androgenetica.